Calcio

Il prossimo allenatore del Milan? Gattuso

11 Maggio 2019

Gattuso-allenatore-MilanMauricio Pochettino è al Tottenham da cinque anni: a Londra non ha vinto niente. Jurgen Klopp è al Liverpool da quattro anni: nemmeno lui vi ha vinto alcun titolo, anche se gli va riconosciuto di essere alla seconda finale di Champions League in due anni. Restando in Inghilterra (ma cambiando coppa), l’Arsenal è stato allenato da Arsene Wenger per 22 anni: oggi lo guida Unay Emery da un solo anno. Il record appartiene a Sir Alex Ferguson, scozzese di ferro, seduto sul trono del Manchester United dal 1986 al 2013. Tante, tantissime vittorie, certo: ma la prima (una coppa d’Inghilterra) arrivata nel 1990; per il campionato è stato necessario aspettare il 1993, mentre per la Champions il 1998 (e i minuti di recupero della partita).

Tutto questo per dire che nel Paese che quest’anno porterà quattro squadre su quattro alle finali delle due competizioni europee per Club, agli allenatori è stato concesso tempo. Tempo per ambientarsi, per maturare, per prendere le misure, per correggere gli errori.

Il Milan, al contrario, viene da un periodo di instabilità eletta a sistema: dopo i nove anni di Carlo Ancelotti (arrivato – ricordiamolo – con la fama di perdente), si sono susseguiti Allegri (due anni e mezzo), Seedorf (un girone di ritorno, ma già a marzo si sapeva che non sarebbe stato confermato, non si è mai capito perché), Inzaghi (una stagione, ma già a marzo…), Mihajlovic (una stagione, ma esonerato a sei partite dalla fine, per dar modo a Brocchi di perdere sesto posto, coppa Italia e – indirettamente – campionato Primavera), Montella (una stagione e mezza), Gattuso (una stagione e mezza). Il tutto, si badi, con tre proprietà diverse (sempre se vogliamo considerare Berlusconi e Yonghong Li proprietà diverse), unite dalla patologia nevrotica del cambio di allenatore ad ogni costo, per il puro gusto di cambiare.

Ogni anno (o meno ancora) il nuovo allenatore ha dovuto riprogettare, rifare, scegliere in qualche caso i “suoi” giocatori (tutti ricordiamo Kalinic, voluto da Montella, “l’attaccante che fa giocare bene tutta la squadra”), prendere le misure, capire la storia e le complessità di un club storico, vittorioso, ma anche scosso da vicende societarie così complesse che forse l’allenatore ideale sarebbe stato Henry Kissinger.

È per questo che – mentre sui tifosi del Milan piovono, in questo inizio di maggio un po’ autunnale in tutti i sensi, nomi di possibili allenatori, per lo più inventati e senza alcuna possibilità concreta – l’allenatore ideale per la stagione 2019-2020 non è altri che Gennaro Gattuso, per ovvie ragioni e indipendentemente dal risultato finale di questa stagione:

  1. Gattuso conosce meglio di chiunque – proprietà, dirigenti (Maldini a parte), calciatori – l’ambiente e la cultura del Milan.
  2. Gattuso ha avuto modo di conoscere a fondo i giocatori della rosa: dopo un anno sa esattamente di chi può fidarsi, sportivamente e umanamente, e sa che cosa serve alla squadra per fare un salto di qualità (molto, temo io, ma questo non importa).
  3. Gattuso – scelto da Mirabelli – ha avuto tempo di conoscere la nuova proprietà e la nuova dirigenza.
  4. Gattuso ha commesso molti errori, primo fra tutti quello di addossarsi tutte le colpe e di difendere la squadra, sempre e comunque. Da questi errori ha certamente imparato molto e inevitabilmente si farà più furbo.
  5. Il Gattuso allenatore, contrariamente a quello che pensa il “popolo”, non è affatto la trasposizione in panchina del Gattuso giocatore. Al contrario, ha cercato di dare un gioco alla squadra (riuscendoci sorprendentemente più all’inizio che alla fine della stagione) e forse ha insistito poco sulla “garra”, sul furore agonistico. Forse si è trovato con una rosa povera sia di tecnica che di agonismo. Forse nella prossima stagione saprà dosare meglio le due componenti: le semifinali di Champions League ci hanno mostrato squadre infinitamente più tecniche del Milan, che nondimeno hanno lottato su ogni pallone per ogni minuto giocato.
  6. Tutti gli operatori del settore (allenatori, ex-calciatori, procuratori) parlano bene di Gattuso e concordano su un punto: il Milan NON ha certamente la quarta rosa della serie A.
  7. Da molti anni il Milan non lottava per il quarto posto, lottava – a volte – per il sesto.
  8. Gattuso ama il Milan più di chiunque, più di se stesso.
  9. Il contratto di Gattuso scade nel 2021, particolare che nessuno cita mai.

Insomma, non sapremo mai di preciso che cosa è successo in questi mesi, se davvero fra Rino e Leonardo (l’unico personaggio del calcio del quale Ancelotti parla male nel suo fondamentale libro “Il leader calmo”) non corre buon sangue, se è Gattuso stesso a volersene andare, come la sua frase (“fra due mesi saprete tutto”) pronunciata in occasione della conferenza stampa prima di Sampdoria-Milan ha fatto pensare.

Leonardo-Milan-Gattuso

In ogni caso invece di farneticare di nomi che vanno dall’inviso Simone Inzaghi (simbolo di un odioso atteggiamento piagnone-interista) al pagatissimo Pochettino, oggi dovremmo tenerci stretto il cuore rossonero di Gattuso, dargli il tempo di maturare insieme a un Milan che – comunque sia – non è ai vertici del calcio europeo da oltre 10 anni e italiano da sei/sette; e che quindi dovrebbe pensare al futuro con metodo e saggezza, non con la frenesia improvvida che ha già causato abbastanza danni al nostro cuore rossonero.