Politica

Da Napolitano a Napolitano (cambiando opinione più volte)

24 Aprile 2013

Quindi Letta (Enrico). C’è da dire che con la politica italiana (e con il Pd in particolare) non ci si annoia mai. Negli ultimi cinque giorni ho capito, auspicato, temuto cose completamente diverse fra loro.

Ho sperato, come tutti, che il Pd votasse Rodotà e che si aprissero le famose “praterie” per un governo (Pd-M5s) che si mettesse immediatamente al lavoro per riavvicinare la politica ai cittadini: via metà dei parlamentari, via le province, via l’odioso “rimborso elettorale”, anticorruzione, conflitto di interessi, libertà, sol dell’avvenire. Sappiamo com’è finita.

Romano Prodi

Poi ho sperato che almeno il Pd votasse Prodi: non sapevo bene con quale prospettiva politica, ma mi sembrava un bello scatto d’orgoglio. Non tanto per il Prodi nemico giurato di Berlusconi, l’unico che lo ha battuto due volte, eccetera; ma per il Prodi che ha condotto l’Italia nell’euro: aggancio forte all’Europa contro spinte isolazionistiche, chiusura, provincialismo. Una bella lezione. Ma, anche qui, niente da fare.

A quel punto ho pensato che Napolitano è, sì, una persona stimabile, stimata, lui non c’entra, anzi, ma, insomma, che soluzione rinunciataria, ha 87 anni, ne avrebbe 94 alla fine del mandato. No, no e poi no.

Poi ho sentito il suo discorso. E mi sono detto: questo non solo è un uomo con le palle, ma soprattutto è molto più lucido e in sintonia con il Paese lui di quegli alieni che applaudono. Perché, lasciatemelo dire, quegli applausi mi sono sembrati falsi, vuoti, stucchevoli, una vera presa in giro. Lui che dice “da anni vi supplico di fare una legge elettorale decente” e loro (quelli che l’hanno fatta indecente apposta e quelli che non l’hanno rifatta meglio quando dovevano) ad applaudire.

GiorgioNapolitano2

Naturalmente, a quanto mi pare di capire, la rielezione di Napolitano si porta dietro il “governissimo”. Eh, no. Non va bene. Vorrei dire che io sarei a favore di un governo di larghe intese, lo trovo una cosa normale e civile quando non si riesce a venirne fuori in altro modo e in parallelo c’è in atto un’emergenza economica e sociale. Ma con Berlusconi no. Non lo dico per antiberlusconismo ideologico: ormai sono così preoccupato per l’economia che di ideologico non mi posso permettere quasi più niente. Lo dico pensando all’uomo che ha fatto votare al Parlamento che Ruby o come diavolo si chiama davvero è nipote di Mubarak, o che ha mandato i suoi deputati (deputati, non semplici attivisti) a occupare il tribunale di Milano. Due sfregi istituzionali contro due dei tre poteri dello Stato che per me restano insanabili, se anche non ci fosse tutto il resto.

Quindi, ok. Duri. E poi? Domani? Che si fa? Esiste qualche altra maggioranza? Ci sono alternative? Il voto (con la legge Calderoli, chiamiamola con il suo nome)? Andiamo a Mirabilandia approfittando del ponte e speriamo che nel frattempo si scopra che il Pd ha preso il 40 per cento, ha la maggioranza al Senato e Bersani non usa più metafore zoologiche? Quindi stamattina mi sono trovato, con un certo stupore, più disponibile al governissimo. Sbaglio?, mi sono chiesto. Sono confuso? Sono qualunquista?

Mentre me lo domandavo (seriamente) ho scovato su Facebook un post di Emanuele Fiano. Non lo conosco personalmente e non so molto su di lui. Però mi sono fatto l’idea che non sia certo qualunquista. Ha scritto Fiano: “So bene cosa dico mentre Napolitano sta scegliendo il Premier incaricato, so bene che vuol dire che Emanuele Fiano figlio di un sopravvissuto di Auschwitz, antifascista incallito, dovrà votare per un governo simile, forse dovrò votare con Alessandra Mussolini… Ci sporcheremo le mani per un periodo breve, per trovare soldi per la Cig, per gli esodati, per gli straordinari dei dipendenti pubblici, per i debiti della PA, per la legge elettorale, per il dimezzamento del Parlamento e dei suoi costi etc etc… Questo è il nostro tempo amaro. Qualcuno di noi farà il lavoro sporco, senza corrompersi, nell’interesse del paese, se così non fosse veniteci a prendere”.

Mi è sembrato onesto. E mi sono sentito meno confuso. Naturalmente non escludo, domani o stasera stessa, di cambiare del tutto opinione. Con i nostri politici non si sa mai.