Musica

Ma se ci fosse stato Spotify negli anni ’80?

23 Aprile 2013

Ricevo da Nicola Mauri, amico e compagno di molte riflessioni sulla cultura digitale, un post di risposta (un ris-post, quindi) al mio sulla musica degli anni ’80. Come si dice in questi casi (ma in questo caso è vero), riceviamo e volentieri pubblichiamo. Una nota: IMHO – a quanto apprendo solo oggi con colpevole ritardo – significa “In my humble opinion” (LV).

Ma se ci fosse stato Spotify negli anni '80?

Faccio outing. Mi chiamo Nicola Mauri, e sono quello che, durante un incontro su musica e web tenutosi in The Vortex, dicendo Se negli anni ’80 ci fosse stato Internet, non avrei sprecato un decennio”, ha provocato l’uscita del post “Anni ’80: resta un sacco di roba buona“.

A mia, parziale discolpa, la mia età anagrafica. Negli anni ’80 ero un teenager (per di più di una piccola città di provincia) e i teenager, si sa, si sentono ribelli, ma sono molto mainstream. La mia capacità/possibilità di scoprire buona musica al di fuori del loop radio/Videomusic era sicuramente inferiore a quella dell’autore del post, che ha qualche anno più di me.

Ma, soprattutto, ero solo un bambino negli anni ’70. Troppo piccolo, quindi, per prendere il treno del punk. Avrei infatti scoperto il mio genere musicale preferito con grave ritardo, facendo un lungo giro iniziato nel 1991 con i Nirvana e il grunge, passato per Green Day e Offspring, poi NOFX, Rancid e Bad Religion e, da li, finalmente, risalito a Clash, Ramones e compagnia. Ma, appunto, ormai erano gli anni ’90.

Certo qualcosa di buono c’era: ma quasi nulla che mi soddisfacesse appieno. Tra le poche eccezioni sicuramente Appetite for Destruction dei Guns ‘n Roses rimasto, fino all’uscita di Nervermind, il mio album preferito.

In fin dei conti, non rimprovero alle radio e alle TV dell’epoca di non avermi fatto scoprire i – pochi, IMHO – capolavori dell’epoca: ancora oggi gli anni ’80 occupano una parte estremamente ridotta della mia library di iTunes. Quello che non perdono loro è di avermi tenuto nascosta la musica della fine degli anni ’70 e di non avermi spiegato perché a me, che mi sentivo metallaro, piaceva roba, di cui un po’ mi vergognavo, come Blondie, New Order, Cure e Fine Young Cannibals.

Io che sono stato adolescente una manciata di anni dopo il punk, il massimo che ho sentito alla radio o su Videomusic è stato “Should I Stay or Should I Go”. Oggi ci sono Spotify, YouTube, Grooveshark, Punknews.org, Wikipedia, Last.fm… Non siate pigri: la fuori c’è un sacco di bella musica da scoprire. Addirittura anche qualcosa che risale agli anni ’80.